Il sonno è un elemento molto importante per il nostro benessere psico-fisico e, per questo, dobbiamo cercare di "preservarlo" il più possibile. Anni di studi, infatti, hanno dimostrato che la mancanza di sonno può provocare una serie di problematiche, con impatti negativi a livello personale, sociale ed economico. Questi studi hanno evidenziato anche che, una delle cause che portano alla diminuzione delle nostre ore di sonno, è rappresentata dai cambiamenti climatici e, in particolare, da quello che viene chiamato “surriscaldamento globale”.
Cambiamenti climatici e qualità del sonno
L’aumento delle temperature e i periodi di siccità causano un peggioramento del nostro sonno.
Un incremento di ogni singolo grado della temperatura media, infatti, provoca tre notti di sonno insufficiente ogni 100 individui. È stato stimato, inoltre, che, a causa del surriscaldamento globale, si perdono circa 44 ore di sonno ogni anno; questo dato potrebbe aggravarsi con il passare del tempo e arrivare, entro il 2099, a 58 ore, se i livelli di emissione di CO2 cresceranno con i ritmi attuali. Questo perché, a causa delle più elevate temperature, ci si addormenta più tardi e ci si risveglia prima del solito: in particolare, una notte in cui la temperatura supera i 30°C può ridurre il tempo di riposo di 15 minuti.
Nonostante un ritardo nell’addormentarsi di un quarto d’ora possa sembrare irrilevante, non lo è affatto, soprattutto perché non si è molto lontani dalla soglia critica di latenza di addormentamento pari a 30 minuti, oltre la quale aumenta il rischio di sviluppare patologie legate ai disturbi di insonnia.
Chi viene colpito maggiormente dall’aumento delle temperature
La maggior parte delle persone subisce il caldo, ma alcune più di altre: infatti, l’impatto aumenta con l’età. Le persone oltre i 70 anni di età sono circa il doppio delle volte suscettibili all’aumento delle temperature rispetto agli altri e subiscono una riduzione del sonno di 30 minuti, anziché di 15. In generale, le donne sono più colpite, da problemi di sonno legati alla temperatura. Inoltre, negli anziani che vivono nei paesi a basso e medio reddito è stata riscontrata una perdita di sonno tre volte maggiore rispetto a quelli che vivono in paesi ad alto reddito, forse anche a causa della minore disponibilità di aria condizionata.
Alcuni possibili rimedi contro il caldo
In generale, la regola principale per combattere l’insonnia, anche quella causata dal caldo, è condurre uno stile di vita equilibrato durante tutto l’anno e, in particolar modo, durante l’estate, quando il rischio di dormire poco è più elevato. Seguire alcuni accorgimenti, però, può facilitare l’addormentamento e il riposo notturno. In particolare:
- È consigliato non fare cene abbondanti, per evitare di andare a letto accaldati. Inoltre, preferire cibi leggeri aiuta a evitare un eccessivo “lavoro” per lo stomaco e la conseguente produzione di calore
- Bisogna bere molto, per riassimilare i liquidi persi durante la giornata, soprattutto a causa della sudorazione: questo permette anche di rinfrescare il nostro corpo. Ma attenzione a non assumere quantità eccessive di liquidi a ridosso dell’addormentamento, per evitare risvegli notturni dovuti alla minzione
- Può essere utile fare una doccia fresca, prima di andare a dormire, per contribuire ad abbassare la temperatura corporea
- Usare lenzuola di cotone o di lino e indossare un pigiama che non contiene materiali sintetici, può essere di aiuto per alleviare la percezione di calore
Condizionatore, sì o no?
A causa del caldo torrido, spesso, il condizionatore si rivela l’unica “arma” da utilizzare per riuscire a salvarsi, almeno per un po’, dalle elevate temperature.
Ci si potrebbe chiedere, però, se sia effettivamente la soluzione migliore.
Si può dire che il condizionatore abbia degli aspetti positivi e altri negativi: sicuramente, quando le temperature raggiungono livelli piuttosto elevati, diventa difficile mantenere la concentrazione e continuare a svolgere le nostre attività. Tuttavia, esso potrebbe rappresentare un problema aggiuntivo per il sonno, in quanto può causare tosse, raffreddore e, nei casi più gravi, bronchiti. Inoltre, l’uso del condizionatore contribuisce ad aumentare gli effetti negativi dell’effetto serra, con l’utilizzo dell’energia elettrica e l’emissione di gas.
Da ciò ne deriva, quindi, che il suo utilizzo può essere concesso nei momenti di emergenza e difficoltà; bisogna però, attraverso il buon senso, capire quando non è strettamente necessario, evitandone così un abuso.
Conclusioni
È importante che gli esperti di sonno e le società scientifiche di ciascun Paese educhino le persone riguardo i “prezzi” che si potrebbero dover pagare se non si interviene nel fermare i fattori che contribuiscono ai cambiamenti climatici.
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Fonti
https://sonnomed.it/cambiamenti-climatici-e-insonnia-quale-relazione/
Rifkin, D. I., Long, M. W., & Perry, M. J. (2018). Climate change and sleep: A systematic review of the literature and conceptual framework. Sleep medicine reviews, 42, 3-9. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1087079218300765
Bragazzi, N. L., Garbarino, S., Puce, L., Trompetto, C., Marinelli, L., Currà, A., ... & Kong, J. D. (2022). Planetary sleep medicine: Studying sleep at the individual, population, and planetary level. Frontiers in Public Health, 10, 1005100. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9624384/pdf/fpubh-10-1005100.pdf